Mille e seicento euro per il reliquiario di San Vincenzo de’ Paoli, 30 euro per una ciocca di capelli di Santa Teresa di Gesù Bambino, frammenti ossei di sei santi in «offerta speciale» a 430 euro, un brandello della tunica di Santa Rita da Cascia o di San Francesco d’Assisi con base d’asta 27 euro. Allarme in Vaticano per la vendita come amuleti e talismani su eBay (il sito del commercio via web) di resti umani, ossa e sacre reliquie, in violazione del codice penale e di quello del diritto canonico.
L’Osservatorio di Telefono Antiplagio ha denunciato alla Santa Sede la compravendite telematica di reliquie «ex ossibus» (cioè provenienti dalle ossa) di santi e beati convalidate da antiche pergamene e ora il Vaticano, attraverso il prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, interviene per stigmatizzare il «business sacrilego». Il cardinale José Saraiva Martins richiama il canone 1190 del diritto canonico che vieta la vendita delle reliquie «insigni» e di quelle onorate da grande pietà popolare.
Tessuti umani, resti di organi e ossa, un giro d’affari che, quando non ha a che fare con il raggiro, nasce spesso dal saccheggio di tombe e siti archeologici o alimenta forme di satanismo, documenta il Telefono Antiplagio. «E’assolutamente illecito vendere reliquie - deplora il ministro vaticano delle Cause dei santi -. Gli oggetti per essere autentici devono avere la conferma dell’autorità ecclesiastica. Senza l’attestazione scritta, una reliquia è falsa, come ritengo che siano in larga parte quelle in vendita su Internet». Spetta al postulatore della causa, attestare l’autenticità della reliquia di un santo o di un beato. «Nel caso di Padre Pio, per esempio - spiega il cardinale - la competenza è dei Cappuccini. All’asta su Internet sono segnalate molte parti delle ossa di santi o beati, c’è il rischio che siano state trafugate». Ad allarmare la Santa Sede è soprattutto la loro destinazione. «Prima bisogna accertare se sono autentiche, poi vigilare sull’utilizzo. Le sacre reliquie sono una cosa molto seria e importante - avverte Saraiva Martins -. Il pericolo è che, se usate male, favoriscano la superstizione o sette sataniche le acquistino per farne scempio, distruggerle, ribaltarne il significato in cerimonie blasfeme».
I vertici di eBay assicurano di essere a conoscenza del problema e di aver allestito una «task force» di esperti per bloccare questo commercio. Intanto basta un click per farsi inviare il «kit» Sant’Ignazio, San Francesco o Santa Rita. Nel Medioevo c’era la caccia alle reliquie, sono state fatte anche guerre. Le Repubbliche marinare andavano in giro per il Mediterraneo, combattevano, trafficavano e portavano a casa le reliquie come bottino. Basta pensare, a San Bartolomeo, San Matteo, a Venezia che sottrasse Santa Lucia alla città di Siracusa. Quanto più la reliquia ha attinenza diretta con la persona venerata, tanto più è oggetto di culto: un osso di un santo è reliquia in grado diverso rispetto a un suo vestito. Si venera il santo e la persona in via di beatificazione e canonizzazione». E, dunque, tutto ciò che ha attinenza con lui. A Roma, per esempio, molte chiede conservano oggetti di santi popolari come san Corrado, cioè parti dei loro corpi, calici, pianete, paramenti liturgici con cui hanno detto messa. «Nel sito italiano http://www.ebay.it compare una lista di inserzioni che hanno per oggetto articoli e rimanenze di imprecisata natura, appartenenti a santi e beati, senza ulteriori informazioni», attacca il coordinatore nazionale del Telefono antiplagio, Giovanni Panunzio, che oltre alle reliquie «ex ossibus» cita decine di reliquie «ex indumentis», ovvero pezzi di vestiti, parti di abiti indossati da un santo o da un beato. Un web-reliquiario che consente a chiunque, in ogni angolo del pianeta, di entrare in possesso di un frammento dei resti mortali o di un paramento sacro di un santo per richiedere una grazia o farne qualsiasi altro uso.
Fonte -
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... zione=News, 11/2/2008 - RELIQUIE ALL'ASTA - di GIACOMO GALEAZZI
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