Intervista a Gianfranco Berbenni, esperto in teologia e scienza
Di Paolo Centofanti
ROMA, martedì, 5 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Nei giorni scorsi sono state pubblicate alcune notizie su una intervista della BBC al dr. Christopher Bronk Ramsey, Direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, che avrebbero ulteriormente smentito i risultati delle analisi al radiocarbonio 14 effettuate proprio in quei laboratori nel 1988 e che facevano risalire la Sindone al Medioevo.
A quanto pare, si tratterebbe di indiscrezioni, trapelate da un colloquio privato, perché, stando a quanto rivelato in un comunicato della Oxford University, Ramsey avrebbe dichiarato solo l’opportunità di effettuare altre analisi, utilizzando le nuove tecnologie. Come stiano le cose, si saprà forse solo alla vigilia di Pasqua, quando la BBC manderà in onda l’intervista.
Nello stesso periodo, la Sacra Sindone è stata estratta dalla teca in cui è conservata da alcuni anni, per verificarne lo stato di conservazione, e ne è stata realizzata una gigantografia di 7 metri per 21, che verrà esposta all’esterno del Duomo di Novara, e poi durante la Giornata Mondiale della Gioventù, a Sidney, alla presenza anche del Pontefice.
Per avere un commento e una analisi in proposito, ZENIT ha intervistato padre Gianfranco Berbenni, Ofm Cap., docente del Corso "La Scienza e la Teologia di fronte alla Sindone", all'interno del Master in Scienza e Fede dell'Ateneo Pontificio “Regina Apostolurum”, nell'ambito del Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest).
Come vede le eventuali novità relative alla Sindone e a possibili ulteriori smentite delle analisi al radiocarbonio 14 del 1988?Padre Berbenni: Al di là delle indiscrezioni, penso che si apra una nuova epoca di indagini sulla Sindone, ormai sono trascorsi vent'anni da quel tipo di studi scientifici.
Il dr. Ramsey faceva parte del team di analisi del 1988?Padre Berbenni: Lavorava nel laboratorio in cui furono realizzate le analisi. Diciamo che è la nuova generazione di scienziati che si sta affacciando alle indagini sulla Sindone. Molti della vecchia generazione ci hanno lasciato, anche fisicamente, e questa nuova generazione giustamente attua una ripresa delle indagini, dato anche l'affinamento delle metodiche e delle strumentazioni per le datazioni archeologiche intercorse.
Qualcuno ha parlato anche di una sorta di complotto, come se il milione di dollari messo in palio per chi verificasse la non autenticità della Sindone, avesse spinto gli scienziati, non diciamo a falsare, ma quanto forse a indirizzare i risultati finali
Diciamo che forse questo fa parte un po' del genere “gossip scientifico”. Alle voci non si deve dare molto credito quando non si hanno prove serie. Il problema forse è che ambedue i fronti, quello favorevole alla Sindone e quello contrario, erano abbastanza in conflitto tra loro, e forse ambedue mettevano in campo il meglio per quel periodo. Ambedue probabilmente hanno bisogno di revisione storica di quegli eventi, senza però, penso, entrare in ipotesi di quel tipo.
Prendendo spunto proprio da questa sua affermazione sul diffuso “gossip scientifico”, come valuta la comunicazione e l'informazione che di solito si fa sulla Sindone e in che misura, secondo lei, a volte viene utilizzata per spettacolarizzare l'informazione?Padre Berbenni: Uno dei punti deboli, recentemente preso in esame anche dal Centro Internazionale di Torino, è proprio il controllo della qualità dell'informazione relativa alla Sindone. Per cui un buon ufficio stampa è fondamentale per dare ai giornalisti materiali di buona affidabilità. E' quindi più un compito di organizzazione della comunicazione, che un lamento su eventuali effetti sgradevoli, o informative incomplete; a quel punto se sono incomplete divengono più facilmente manipolabili.
Quindi la manipolazione dell'informazione può essere anche involontaria?Padre Berbenni: Sulla volontarietà vi sono molti indizi, però al di là degli indizi non ci sono prove.
Cosa pensa della gigantografia che è stata realizzata della Sindone, e che verrà esposta prima a Verona e poi alla GMG a Sidney? C'è secondo lei il rischio che sia un modo di banalizzare un po' la Sindone, oppure no?Padre Berbenni: L'essenziale è che questa iniziativa della gigantografia mantenga un po' quella signorilità della comunicazione, che la Sindone ha sempre creato attorno a sé. Per cui va bene l'iniziativa, l'essenziale è che un certo tono molto “sindonico”, tra virgolette, sia sempre garantito.
C'è qualche novità recente relativa agli studi sulla Sindone?Padre Berbenni: Al di là dell'intervento di controllo sullo stato della Sindone in questi giorni, credo che la Chiesa non abbia intenzione di accelerare, almeno attualmente, nuove indagini. L'essenziale è la conservazione ottimale del reperto, cosa che dopo dieci anni circa dalla collocazione nella nuova splendida teca, è stata verificata.
Ci sono a volte nella comunicazione, nell'informazione, o anche nel modo in cui viene capita dalla maggior parte della popolazione, dei fraintendimenti sul significato teologico della Sindone?Padre Berbenni: Purtroppo questo è uno dei settori più deboli attualmente, nella percezione popolare, nella percezione sociale su questo documento. Anche per la conflittualità che a volte lo contraddistingue. E' un documento splendido, ma al centro sempre di fieri scontri, anche di natura culturale, e a volte anche di posizioni teologiche.
Può parlarci delle teorie di scienziati o chimici sul modo in cui si sarebbe formata l'immagine della Sindone?Padre Berbenni: Sostanzialmente ci sono due grandi scuole, il nostro Centro di Roma, che propende per una formazione fisico-chimica normale, e la maggioranza, almeno attuale, delle posizioni scientifiche, che vede formazioni con ipotesi che vanno dal misterioso, perché non hanno ancora basi dimostrate, all'esoterico.
Le ricerche sulla formazione dell'immagine sono molto legate alla qualità delle ricerche dello STURP, dal 1976 al 1988, ma con alcuni condizionamenti anche di partenza.
L'importante è che proseguano le indagini senza eccessi di posizioni, di “fantasia scientifica”, ma con libertà di indagine.
Quanto a noi, suggeriremmo di tornare ad ipotesi molto più semplici, “normali”, dato che abbiamo anche disponibile ormai la foto ad alta definizione del retro della Sindone, che generalmente, fino al 2002, non era analizzabile se non in alcune piccole parti; parlando un po' degli aspetti tecnici della formazione dell'immagine. La foto del retro completa è disponibile dal 2002, dall'estate in cui vennero realizzati interventi di restauro davvero eccellenti.
Una conclusione ideale di questa intervista?Padre Berbenni: Sulla Sindone penso che sarebbe opportuno considerare sempre il grande valore, la centralità che questo documento ha per la cultura, per la scienza, e speriamo innanzitutto anche per la religione, la teologia.
Sempre centrale è la domanda: “chi è l'uomo avvolto nella Sindone”?Padre Berbenni: Noi da sempre siamo propensi a ritenerlo il Cristo del Vangelo.
Fonte:
Zenit, 5.2.2008