giovedì 14 febbraio 2008

Sindone, datazione da rivedere




Uno degli scienziati coinvolti negli esperimenti per determinare, sulla base del test al radiocarbonio, la datazione della Sindone, il telo conservato a Torino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù nel sepolcro, rimette in discussione il clamoroso risultato del 1988. Quello dal quale risulterebbe che la Sindone è un manufatto dell’epoca medioevale. Il suo nome è Christopher Bronk Ramsey. Le sue parole sono state un po’ enfatizzate (non ha mai detto, in realtà, di ritenere falso il risultato dell’esame al radiocarbonio): quello che è certo è che Ramsey, oggi direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, ha sostenuto in una intervista alla BBC – sarà trasmessa il Sabato Santo – che i risultati delle rilevazioni del 1988 potrebbero essere messi in discussione dall’evoluzione tecnologica che ha reso nel frattempo più raffinata l’osservazione del carbonio 14. Vale la pena di ricordare, en passant, qualche errore commesso proprio dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, i tre che hanno esaminato il campione di tessuto sindonico. Oxford ha datato alcuni dipinti su pietra sudafricani come risalenti a 1200 anni fa, mentre erano stati eseguiti appena undici anni prima del test. Il laboratorio di Tucson ha datato al 2006 d.C. un corno di mucca di epoca vichinga, cioè risalente a un periodo compreso tra il VII e il X secolo. Mentre il direttore del laboratorio di Zurigo ha ottenuto interessanti risultati con una tovaglia di lino di sua suocera: il tessuto, non più vecchio di mezzo secolo era risultato avere, secondo la datazione al carbonio, 350 anni. Trattandosi, nel caso della Sindone, di un telo antico che ha viaggiato, è stato esposto alla venerazione dei fedeli e al fumo della candele, ha subito un incendio e gli è colato attraverso dell’argento fuso, è ben possibile che qualcuno di questi elementi (o tutti insieme) abbiano contribuito a falsare il risultato. Da sempre contestato, quella datazione medioevale contrasta con una serie di altre evidenze – dalla presenza di pollini provenienti dalla Palestina alla fattura del telo fino all’inspiegabilità del modo in cui la misteriosa immagine è rimasta impressa – che fanno invece propendere per una datazione molto più antica, risalente al I secolo. La fede cristiana non dipende certo dall’autenticità della Sindone. Ma i dubbi di Ramsey fanno capire l’utilità di ulteriori esami. Un sito utile da visitare è quello del Collegamento pro Sindone.

Fonte: Blog Sacri Palazzi di Andrea Tornielli

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